MILANO
Via Monte Altissimo n. 1
20156 - Milano
Petter Johannesen
Console Onorario
Si riceve su appuntamento
I primi abitanti della Namibia sono stati i Boscimani. Le pitture sulle rocce di Daramaland sono la testimonianza della loro presenza in questi territori. Nel corso del XIV secolo, i Namas e i Damaras che vivevano nel nord del Paese spinsero i Boscimani verso il deserto del Kalahari. Verso il XVI secolo arrivò la tribù Wambos che si stabilì sull'altopiano e nel delta del fiume Okavongo.
Nel XVII secolo, iniziò la comparsa dei primi mandriani del popolo Herero. Nel 1850 la Namibia fu colonizzata dalla Germania e nel 1884 iniziarono le prime guerre contro i gruppi etnici locali da parte dei tedeschi. Tra il 1904 e il 1908 i colonizzatori iniziarono una progressiva espropriazione delle terre e del bestiame che scatenò la ribellione delle comunità di Herero e di Nama e provocò la decimazione degli Herero. Da allora, nessun africano all'interno della cosiddetta Zona di Polizia poté possedere un capo di bestiame; le terre di qualità più scadente furono utilizzate come riserve per gli indigeni e, allo stesso tempo, furono espropriate le aree più fertili, come le terre della Corona per distribuirle tra i colonizzatori. Intorno al 1907, metà degli africani erano stati decimati dalla guerra. In seguito, i tedeschi introdussero le prime forme di segregazione razziale e diedero inizio allo sfruttamento delle miniere di diamanti.
Nel 1908, vennero effettuati i primi rilevamenti di depositi diamantiferi a Lüderitz.
Nel 1915, il Sudafrica invade la Namibia. Nel 1920, la Società delle Nazioni concede al Sudafrica un mandato per amministrare il Paese. Nel 1945, il Sudafrica rifiuta di annettere la Namibia tra i territori soggetti all'amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite. Nel 1948, il Sudafrica dichiara la Namibia quinta regione dell'Unione. Nel 1950, viene fondato lo SWAPO. Nel 1959, Nujoma e altri membri dello Swapo vengono mandati in esilio dalla polizia sudafricana in seguito a una manifestazione di protesta contro il trasferimento forzato dei residenti neri di Windhoek. Nel 1960, il Sudafrica estende il sistema dell'apartheid alla Namibia. Nel 1966, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite rescinde il mandato del Sudafrica e ne richiede il ritiro dai territori della Namibia.
Nel 1966, lo SWAPO inizia l'offensiva armata. Le Nazioni Unite revocano il mandato al Sudafrica.
Nel 1971, la Corte di Giustizia Internazionale dichiara illegale l'amministrazione sudafricana in Namibia. A partire dagli anni '70, lo Swapo ha la possibilità di intensificare le operazioni militari utilizzando basi in territorio angolano. Il Sudafrica risponde creando un esercito locale (lo SWATF - South West Africa Territory Force) e intraprendendo una serie di campagne controinsurrezionali che fanno ingenti vittime tra le popolazioni della Namibia settentrionale. Nel 1978, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adotta la Risoluzione 435, che garantisce la graduale decolonizzazione del Paese, la cessazione delle ostilità e la smobilitazione delle forze armate sotto il controllo delle Nazioni Unite, garantendo la tutela della pace e lo svolgimento di libere elezioni. Nel 1988, la Risoluzione 435 diventa esecutiva in conformità con gli accordi siglati nel 1987 tra il Sudafrica, l'Angola, Cuba e gli Stati Uniti. Tale risoluzione prevede il ritiro immediato delle truppe sudafricane dalla Namibia e di quelle cubane dall'Angola. Nel 1989, i Caschi Blu delle Nazioni Unite atterrano a Windhoek. I soldati cubani vengono fatti evacuare dall'Angola e quelli sudafricani dalla Namibia. Walvis Bay e le 12 isole Penguin restano per il momento al Sudafrica.
Nel febbraio 1990, Sam Nujoma viene eletto Presidente della Namibia.
Il 21 Marzo 1990, la Namibia diventa uno Stato indipendente.
Nel 1994, il Sudafrica trasferisce alla Namibia la sovranità di Walvis Bay e delle 12 isole Penguin.