Sin dall'indipendenza tale riforma ha rappresentato uno dei principali temi di discussione della politica interna. Elaborata attraverso la nuova riforma agricola l'
Agricultural Land Reform Act 6 del 1995 e la Communal Land Refrom Act 5 del 2002, si fonda su un diritto di prelazione da parte dello Stato sull'acquisizione dei terreni di proprietà dei grandi coltivatori bianchi che non risiedono in Namibia (che rappresentano circa il 5% delle farms). I poderi così acquistati vengono successivamente ridistribuirti ai contadini neri per la coltivazione o l'allevamento (per lo più di bovini).
Uno degli obiettivi principali della riforma è quello di frenare la tensione sociale dovuta al profondo divario di reddito esistente, in particolare, tra bianchi e neri. Dall'indipendenza ad oggi il governo della Namibia ha acquistato, suddiviso e ridistribuito circa 135 farms. Ciò nonostante la riforma non ha raggiunto i risultati sperati. Se da un lato essa ha infatti ottenuto un parziale successo riducendo il livello di disoccupazione del paese, dall'altro il processo di ridistribuzione dei terreni è risultato troppo lento e burocraticamente tortuoso. I poderi riassegnati dal governo sono, inoltre, di dimensioni piuttosto piccole e vengono coltivati per sussistenza con sistemi di produzione antiquati. Di conseguenza, nonostante circa il 70% della popolazione lavori nell'ambito agricolo, tale settore continua ad avere un'incidenza del solo 6% sul PIL totale.
La riforma agraria continua quindi ad essere un elemento chiave dei progetti politici del governo la cui centralità si riverbererà inevitabilmente nelle prossime elezioni. Nelle imminenti elezione presidenziali, previste per questo novembre, il presidente Pohamba sembra destinato alla rielezione anche se, probabilmente, il partito SWAPO otterrà meno seggi nell'Assemblea Nazionale rispetto al 2004. Nelle prossime elezioni, infatti, oltre agli esponenti storici dell'opposizione, si presenteranno due nuovi partiti: il Rally for Democracy and Progress Party, guidato dall'ex Ministro degli Esteri Hidipo Hamutenya, e l'All People's Party con a capo Ignatius Shixwameni.
In base allo studio sulle prospettive di voto elaborato dall'Institute for Public Policy Research (IPPR) il partito di Hamutenya sembra in grado di ottenere un risultato elettorale importante, presentandosi in questo modo quale possibile nuovo primo partito d'opposizione in Namibia. Si sta quindi verificando una situazione per alcuni versi simile a quella del vicino Sudafrica, dove l'African National Congress (ANC), il partito uscito vittorioso alle prime elezioni democratiche del 1994, accusa sempre più la crescita dei partiti d'opposizione e il conseguente ridimensionamento del suo strapotere politico.